PasquaVela
2011
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Per la seconda volta, nella sua carriera di barca da regata, Pepe si cimenta in una manifestazione velica nazionale, la PasquaVela, una regata tecnicamente di altissimo livello con barche molto veloci ed equipaggi professionisti. Detto questo, ci aspettavamo di vedere dei "siluri" a vela, invece abbiamo trovato delle "astronavi" che viaggiavano con apparente facilità a 13 nodi in bolina con meno di 10 nodi di vento reale e stringevano le boline con un angolo vicino ai 30°! Limitare i danni fisici e morali è diventato l'obiettivo principale della regata.
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la vista aerea della prima regata
la vista aerea della seconda regata
un primo piano del Pepe dall'alto
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Giorno 1 Il meteo si presenta piuttosto stabile, ci sono circa 12 nodi di scirocco, decidiamo per la randa 1 ed il genoa2; dopo qualche speed test ci convinciamo che abbiamo scelto le vele giuste. Ci avviciniamo alla partenza, ma i "soliti mostri" ci sbarrano la strada, non c'è verso di partire sulla linea, partiamo mure a sinistra in seconda fila completamente sventati dal muro di vele, appena possibile ci buttiamo sulla destra del campo di regata dove pensiamo ci sia più pressione. Un po' di ruggine ci fa fare qualche errore, ma anche in assenza di questi, le altre barche sono troppo superiori e se ne vanno; con vento fresco non abbiamo alcuna possibilità di star loro dietro. Al passaggio in boa siamo rimasti in 3 barche, i missili se ne sono andati: siamo davanti ad un Oceanis 39 e appena dietro un Comet 333, saranno loro a farci compagnia per il resto delle regate. Decido per lo spi da poppa calzato, ma la calza invece di essere un aiuto diventa un peso, Francesca sempre a suo agio con gli spi in regata non sopporta proprio la calza e tocca a me, dopo aver mollato il timone, andare a prua ad alzare lo spi. Il bordo paga parecchio e guadagniamo non poco sui nostri avversari, con un solo bordo arriviamo al cancello, scegliamo la boa di destra e tocca nuovamente a me andare a prua per ammainare la calza. Poco da dire sulla seconda bolina, se non che il vento è leggermente calato e rimpiangiamo di non aver montato un genoa più grande; mentre ci avviciniamo alla layline mure a sinistra, vediamo arrivare .G, uno splendido e velocissimo Latini 52, interno in boa: dovremo dargli acqua. Poi improvvisamente vira, siamo interdetti e Paolo dice che non ce la fa a prendere la boa e invece ci arriva tranquillamente con un angolo per noi impossibile, saranno 30°, e ci doppia! Decidiamo di alzare "arma di fine di mondo", anche se su questo campo di regata questo nome fa un po' ridere. Ritorniamo davanti al Comet 333 che è a vele bianche. L'equipaggio si è tolto di dosso la ruggine che all'inizio della regata aveva addosso e le manovre incominciano ad essere degne di una barca da regata. Iniziamo l'ultima bolina, mentre un po' di stanchezza assale tutti quanti, la regata è di quasi 13 miglia, il doppio di quanto siamo abituati a fare nell'Invernale, ma teniamo duro. Il vento si stabilizza, siamo in dubbio su quale spi utilizzare nell'ultimo bordo di poppa, decido per quello da poppa anche se il vento è al limite per questo spi medio. La velocità è comunque buona e finalmente giungiamo al traguardo, gli altri missili stanno in attesa di una nuova partenza. Ripartiamo, male. Avvicinarsi alla linea è una impresa, pazienza. Con il vento in calo, introno agli 11 nodi di apparente, e il genoa 2 siamo sottoinvelati, poi avvicinandoci alla Giannella il vento rinforza un po' e terminiamo la bolina senza grossi patemi. Intanto gli altri sono già volati via e regatiamo con i soliti Eva e CiaoPà nel nulla. Alziamo nuovamente lo spi leggero e risucchiamo in un attimo CiaoPà che arranca a vele bianche ed Eva che con il gennaker è costretta a fare bordi piuttosto stretti, la incrociamo più volte ma siamo sempri più davanti. Francesca si accorge che la drizza dello spi è avvolta intorno al genoa che sicuramente non riusciremo ad aprire. Decido allora di ammainare lo spi con un po' di anticipo, lascio il timone a Paolo, e vedo di sbrogliare la situazione. Scegliamo nuovamente la boa di destra, il passaggio in boa non è impeccabile ma riusciamo ad aprire finalmente il genoa, accorgendoci di una riduzione di percorso. Con il vento nuovamente calante ci apprestiamo a fare l'ultima bolina di una giornata certamente intensa. All'arrivo sulla linea ci scusiamo con il comitato di regata per averli fatti aspettare, ma un giudice ci apostrofa: "No, io vi squalifico perchè avete saltato la boa!". Lo guardiamo increduli, pensiamo stia scherzando, le parole però sono state dette con un certo piglio e ripassiamo il tracciato che abbiamo sul cartografico: la conclusione è unanime, noi siamo a posto! Arrivati in porto ci precipitiamo a controllare le classifiche; non potendo portare con noi il cartografico, mi porto dietro il palmare HTC che ha il compito di memorizzare le tracce GPS, se ci sono problemi possiamo con un po' di lavoro svilupparle su Google Earth e dimostrare che la boa è stata regolarmente passata. Vediamo le classifiche, è Waterloo! Siamo classificati DNF, quasi non ci posso credere, la delusione è massima. Dico a Paolo che voglio ritirare la barca. Paolo si oppone, vuole fare richiesta di riparazione e protestare la giuria, gli chiedo quante possibilità abbiamo di vincere la protesta, mi guarda e la sua risposta mi gela: "praticamente nessuna, ma noi quella boa l'abbiamo fatta ed abbiamo il dovere di protestare!". Mi lascio convincere, attendo con Paolo, il momento di discutere la protesta, nel frattempo cerco di contattare gli armatori delle 2 barche che regatano con noi: Eva e CiaoPà. L'armatore di Eva sta guardando le classifiche, gli chiedo se ci ha visto passare la boa la sua risposta è sconsolante, purtroppo non ci ha visto, poichè erano in equipaggio ridotto non hanno notato la nostra posizione. Mi faccio dare il numero del cellulare dell'armatore di CiaoPà che raggiunto al telefono conferma che ci hanno perfettamente visto passare correttamente la boa e sono disposti a testimoniarlo l'indomani. Chiediamo ed otteniamo un rinvio della discussione al giorno successivo, sono ormai le 21 passate e la giornata finisce qui. |
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il percorso visto da Google Earth
il bollettino delle proteste
e la nostra richiesta di riparazione accolta! |
Giorno 2 Sveglia antelucana, non sono riuscito praticamente a chiudere occhio, alle 6 del mattino mi metto a lavorare sul PC per sviluppare il tracciato della seconda regata del giorno precedente, verso le otto ho finito, un salto veloce al tendone dell'organizzazione e stampo il tutto. Speriamo accettino come prova il tracciato. Nel frattempo l'equipaggio sta preparando la barca, non ho proprio voglia di regatare. Il vento è leggermente calato rispetto al giorno precedente, ma non abbastanza per azzardare l'uso del genoa1, ripieghiamo sul glorioso Genoa1 vecchio, della serie anche se prende una strinata chi se ne frega! L'atmosfera a bordo non è sicuramente gioiosa, ma siamo qui per regatare e ce ne facciamo una ragione. Nonostante il vento sia intorno ai 12 nodi reali da scirocco la partenza tarda a venire. Il comitato evidentemente non riesce a mettere il campo di regata, probabilmente verso la Giannella il vento non è costante. Finalmente danno la partenza, partiamo manco a dirlo in seconda fila, nel pieno del vento perturbato dai "palazzi a vela" che ci coprono. Il Genoa1 vecchio non ha una bella forma nel bordo di uscita, probabilmente abbiamo sbagliato la scelta della vela di prua. Nei lati di bolina perdiamo un po' nei confronti dei nostri competitor, ma fortunatamente in poppa usiamo per 2 volte lo spi da poppa che ci fa guadagnare moltissimo e recuperiamo con gli interessi il terreno perso in bolina, abbiamo però problemi sia in issata sia in ammainata con la calza; decido quindi di toglierla con somma soddisfazione della prua. La testa però è alla giuria che deve decidere la nostra protesta, ritornati in porto ci precipitiamo al tendone dell'organizzazione, dove ci attende l'armatore di CiaoPà, l'ingegnere Pahor, un signore di altri tempi, che ci conferma la versione dataci il giorno precedente al telefono. Paolo entra nella stanza della giuria, mi sento un'ansia incredibile addosso. Quando lo vedo uscire, la sua espressione è imperscrutabile, non hanno accettato come prova nè i tracciati NMEA, nè tantomeno le tracce sviluppate su Google Earth, la ragione: potremmo averli manipolati noi! Tutto si basa sulla testimonianza dell'armatore di CiaoPà che entra nella stanza e dopo qualche minuto ne esce sorridente, sa di aver fatto ciò che era giusto, è successo anche a lui, anni fa, di essere accusato ingiustamente di aver saltato una boa e capisce perfettamente il mio stato d'animo. Cerca di quindi di distrarmi parlando di altro, scopro una persona squisita, un vero gentleman. La giuria richiama Paolo per annunciare che il giudice, convinto dalla testimonianza di CiaoPà, avrebbe voluto ritirare la protesta nei nostri confronti, ma ormai il dibattimento era aperto e non era più possibile. La giuria quindi accoglie la nostra richiesta di riparazione reintegrandoci in classifica, abbiamo vinto una protesta contro il comitato di regata! |
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la vista aerea della regata
il rimorchio del J con Venere a bordo (purtroppo non visibile nella foto)
CiaoPà verso l'arrivo con il nostro gennaker |
Giorno 3 Il morale della truppa è sicuramente migliore di quello del giorno precedente. Ci voleva poco! Il vento non sembra avere intenzione di mostrarsi, per cui ci attardiamo in banchina. Sbarchiamo le vele non necessarie, tra cui il gennaker 0,75, e mi viene un'idea: CiaoPà naviga a vele bianche, perchè non offrirgli la possibilità di essere più competitivo. Detto fatto il nostro gennaker con le scotte di riserva trasloca sul Comet. La barca comitato molla gli ormeggi portandosi sul campo di regata seguita dalle da tutte le barche a vela. Noi usciamo un po' un ritardo, gli addetti alla pizza hanno trovato coda dal panettiere, nel mezzo del porto troviamo un J brasiliano in difficoltà col motore, ci facciamo passare una cima e lo trasciniamo a 7 nodi verso il campo di regata: almeno a motore siamo imbattibili. Lo sguardo della parte maschile della ciurma del Pepe viene calamitato dalla prodiera del J, una stangona tedesca bionda di una bellezza imbarazzante! Arrivati sul campo di regata constatiamo che il vento è veramente poco, circa 2/3 nodi da maestrale, speriamo nella termica e ci mettiamo a fare qualche test. Prima col windseeker, poi con il vento a circa 4 nodi cerchiamo di fare degli speed test con randa 1 e genoa 1 nuovo allontanandoci dal campo di regata. Viene data la partenza per i Comet 21 ed i minialtura, ma quelli vanno anche con una bava di vento, sicuri che non venga data la partenza con vento così leggero continuiamo gli speed test, finchè il VHF non annuncia i 5 minuti, accendiamo il motore e cerchiamo di tornare sulla linea a tutta birra, purtroppo siamo molto lontani e possiamo usare il motore per un solo minuto. Tagliamo la linea in boa con 5 minuti di ritardo, come se fosse necessario dare ai nostri avversari anche questo vantaggio! Le condizioni del vento sono comunque quelle ideali per il Pepe, poco vento e mare piatto, il divario con le astronavi è contenuto. Peccato oggi potevamo fare una buona figura e cercare di agganciare AlphaUmi, un Elan 310 che è sempre stato davanti a noi. La parte buona è la destra e noi siamo partiti... a sinistra. Pazienza vedremo di recuperare in poppa, grazie al poco vento la regata viene accorciata ad un solo lato di bolina ed uno di poppa: sale a riva "arma di fine di mondo" e ci avviciniamo a CiaoPà, che grazie al nostro gennaker diventa però imprendibile: questa sarà alla fine l'unica regata in cui ci arriverà davanti in compensato. Comunque un gesto sportivo di cui il Pepe va fiero! |
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la vista aerea della quinta regata
il Pepe piccolo piccolo... |
Giorno 4 Questa sembra la giornata fotocopia di ieri, pochissimo vento e lunga attesa. Ne approfittiamo per tarare gli strumenti e per fare i soliti speed test, ma senza allontanarci dalla linea di partenza. Nell'attesa improvviso un briefing alla ciurma sull'utilizzo della strumentazione in regata, vedo un certo interesse, quasi quasi scrivo una presentazione più strutturata... nel frattempo si arriva a mezzogiorno, Alberto comincia a scartare pizze e panini, seguito appresso da tutti, speriamo non diano la partenza proprio adesso. Appunto! La partenza ci coglie tutti con il panino in bocca, ma forti dell'esperienza del giorno precedente in un attimo siamo pronti. riusciamo a partire abbastanza vicini alla barca ed in buona posizione almeno relativamente al tipo di regata, nell'invernale una partenza simile avrebbe portato alla lapidazione immediata di tattico e timoniere. Massimo, che ha già regatato in queste acque con il J24, ci suggerisce di prendere la sinistra del campo e di tenerci vicino a punta Lividonia. I fatti gli danno ragione, nei bordi di bolina il vento da un notevole buono avvicinandosi al capo. Per una volta non siamo soli a regatare, la distanza con le astronavi a vela non è siderale come nei primi 2 giorni. L'equipaggio fa funzionare il Pepe come un orologio, le virate sono sempre perfette e la speranza di agganciare AlphaUmi si accende sempre più, arrivati alla boa di bolina, "arma di fine di mondo" sale a riva con un tempismo perfetto, con 2 bordi e siamo in boa dove un gommone annuncia la riduzione di percorso. Rientriamo in porto, una bella regata senza una sola sbavatura. Guardando le classiche siamo dietro ad AlphaUmi per meno di 90 secondi in compensato ed abbiamo preso solo 5 minuti e mezzo dal primo arrivato, più di così non potevamo fare. Chiudiamo la PasquaVela in 8 posizione di classe, non male specialmente se si omette di dire che la classe IRC4 era formata da 10 barche. |
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